Vado o resto?
Il processo di svincolo dalla famiglia d’origine non sempre è un passaggio lineare e facile. Spesso la persona porta con sé timori, preoccupazioni, credenze ben radicate all’interno della sua visione del mondo che impediscono un “distacco” sereno e costruttivo. Manca una sorta di lucidità nel comprendere le dinamiche che ci ancorano e che tanto faticosamente non riusciamo ad abbandonare.
L’arco di età che va dall’adolescenza ai trent’anni può essere considerato l’età in cui ci si distacca dalla famiglia d’origine, in un processo di “svincolo”. Lo svincolo si conclude con l’allontanamento fisico e/o emotivo del giovane dalla famiglia ed è siglato da rituali più o meno formalizzati. Questo momento non riguarda solo il singolo ma è un vero e proprio affare da famiglia che costringe tutti a riorganizzarsi in maniera più o meno funzionale a seconda della maturità dei singoli e dell’intero sistema.
Nell’andamento “normale” del ciclo di vita familiare i giovani terminano gli studi e cominciano lavorare e quando sono sufficientemente autonomi si spostano da casa e formano un nucleo familiare autonomo. La famiglia cambia così assetto.
Per alcune famiglie il passaggio è dolce, senza grandi difficoltà mentre per altre invece nascono diversi problemi. In queste famiglie è necessario che il giovane rimanga coinvolto in casa impedendogli di stabilire relazioni intime fuori dal nucleo familiare. I confini intorno alla famiglia sono così rigidi ed impermeabili che l’unico coinvolgimento rimane quello con la famiglia stessa. Da qui possono nascere sintomi che costringono la persona a rimanere in uno stato di dipendenza dalla famiglia.
Come già scritto poco sopra, questa dinamica impedisce al giovane di vivere anche una relazione di coppia al di fuori del contesto familiare.
Il passaggio dalla famiglia d’origine a quella acquisita rappresenterebbe infatti una straordinaria opportunità per conquistare capacità di individuazione e appartenenza.
Non è però un processo completo di separazione, perché ciascun partner deve riuscire ad appartenere alla nuova famiglia senza perdere l’intimità con quella di origine.
Il processo di svincolo dalla famiglia d’origine non sempre è un passaggio lineare e facile. Spesso la persona porta con sé timori, preoccupazioni, credenze ben radicate all’interno della sua visione del mondo che impediscono un “distacco” sereno e costruttivo. Manca una sorta di lucidità nel comprendere le dinamiche che ci ancorano e che tanto faticosamente non riusciamo ad abbandonare.
L’arco di età che va dall’adolescenza ai trent’anni può essere considerato l’età in cui ci si distacca dalla famiglia d’origine, in un processo di “svincolo”. Lo svincolo si conclude con l’allontanamento fisico e/o emotivo del giovane dalla famiglia ed è siglato da rituali più o meno formalizzati. Questo momento non riguarda solo il singolo ma è un vero e proprio affare da famiglia che costringe tutti a riorganizzarsi in maniera più o meno funzionale a seconda della maturità dei singoli e dell’intero sistema.
Nell’andamento “normale” del ciclo di vita familiare i giovani terminano gli studi e cominciano lavorare e quando sono sufficientemente autonomi si spostano da casa e formano un nucleo familiare autonomo. La famiglia cambia così assetto.
Per alcune famiglie il passaggio è dolce, senza grandi difficoltà mentre per altre invece nascono diversi problemi. In queste famiglie è necessario che il giovane rimanga coinvolto in casa impedendogli di stabilire relazioni intime fuori dal nucleo familiare. I confini intorno alla famiglia sono così rigidi ed impermeabili che l’unico coinvolgimento rimane quello con la famiglia stessa. Da qui possono nascere sintomi che costringono la persona a rimanere in uno stato di dipendenza dalla famiglia.
Come già scritto poco sopra, questa dinamica impedisce al giovane di vivere anche una relazione di coppia al di fuori del contesto familiare.
Il passaggio dalla famiglia d’origine a quella acquisita rappresenterebbe infatti una straordinaria opportunità per conquistare capacità di individuazione e appartenenza.
Non è però un processo completo di separazione, perché ciascun partner deve riuscire ad appartenere alla nuova famiglia senza perdere l’intimità con quella di origine.
BIBLIOGRAFIA
- Haley J., "Il distacco dalla famiglia. La crisi del giovane e la terapia della famiglia", Astrolabio, 1983.